sábado, 7 de maio de 2016

Body-painting su una mummia egizia, tatuaggi di 3.000 anni fa

I tatuaggi di fiori e animali scoperti sulla mummia di una donna vissuta nell'antico Egitto. Sul collo  si possono vedere due babbuini con al centro l'Occhio della dea Wadjet (fonte: Anne Austin)I tatuaggi di fiori e animali scoperti sulla mummia di una donna vissuta nell'antico Egitto. Sul collo si possono vedere due babbuini con al centro l'Occhio della dea Wadjet (fonte: Anne Austin)
Fiori di loto sui fianchi, mucche sul braccio e scimmie sul collo: la passione per i tatuaggi era già ben presente nell'antico Egitto, come dimostrano i disegni ben conservati che ricoprono e decorano la mummia di una donna vissuta più di 3.000 anni fa. Si tratta della prima mummia dell'Egitto dinastico a rappresentare 'oggetti' concreti e veri. La scoperta, descritta sula rivista Nature, si deve ad Anne Austin, dell'università di Stanford.

Gli altri pochi casi documentati di mummie egizie con tatuaggi mostrano disegni 'sportivi', principalmente fatti di puntini e trattini. In questo caso si tratta di simboli sacri che servivano a mostrare e aumentare i poteri religiosi della donna, come i tatuaggi dell'occhio della dea Wadjet, simboli di protezione contro il male, disegnati su collo, spalle e schiena. 

L'archeologa ha scoperto i tatuaggi mentre stava esaminando delle mummie nel villaggio di Deir el-medina, dove una volta vivevano gli antichi artigiani che lavorano alle tombe delle Valle dei Re. Studiando un busto senza testa e braccia, del periodo compreso fra il 1300 e il 1070 a.C., Austin ha notato delle striature sul collo. 

All'inizio ha pensato che fossero state dipinte sulla pelle, ma poi ha realizzato che erano dei veri tatuaggi. Con l'aiuto di luce e sensori a infrarossi, è riuscita a vederne più di 30, alcuni dei quali si sono molto scurit per via delle resine usate nel processo di mummificazione, e invisibili a occhio nudo. 

I disegni identificati hanno un significato religioso, come le mucche, associate alla dea Hathor (dea dell'amore e madre universale), mentre i simboli su gola e braccia dovevano conferire alla donna dei poteri magici quando cantava o suonava per la dea Hathor. 

Secondo l'egittologa Emily Teeter, i tatuaggi potevano essere anche una pubblica espressione della devozione della donna. Alcuni sono più sbiaditi di altri, il che potrebbe indicare che sono stati fatti in momenti diversi e che lo status religioso della donna è cresciuto col tempo. Austin ha trovato altre tre mummie tatuate, sempre a Deir el-Medina, e spera di scoprire altri dati interessanti.

www.ansa.it


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