sábado, 28 de janeiro de 2012

Perù: a rischio il sito archeologico di Nazca

MILANO - Autostrade, connessioni veloci, rifiuti e urbanizzazione selvaggia per assicurarsi i voti dei cittadini cancelleranno le linee di Nazca. Sono, infatti, i ritrovati del progresso scientifico e tecnologico, le strategie politiche e il degrado urbano a minacciare di far scomparire per sempre i geoglifi peruviani. Disegni giganti, famosi in tutto il mondo e formati in origine da più di 13 mila linee tracciate dalle antiche civiltà del Perù meridionale tra il 300 a. C. e il 500 d. C. sul terreno del deserto di Nazca, altopiano arido che si estende per una cinquantina di chilometri ai margini della pampa. 


I geoglifi di Nazca I geoglifi di Nazca    I geoglifi di Nazca    I geoglifi di Nazca    I geoglifi di Nazca    I geoglifi di Nazca
 

SCEMPIO - Prime testimonianze del culto degli antenati, con valenze mistiche, astronomiche e simboliche su cui la discussione archeologica ancora si dibatte per spiegarne i misteri, conservate intatte per millenni e che negli ultimi 50 anni hanno subito più danni che in tutti i secoli anteriori. Vittime di uno scempio che sembra inarrestabile per gravità e intensità. Le autorità locali non riescono, per mancanza di mezzi e per gli interessi economici che gravitano intorno all'area dove si trovano i geoglifi, a bloccarne la distruzione e a tutelarne la salvaguardia. 

DENUNCIA - A denunciare il grave deterioramento delle linee di Nazca, visitate ogni anno da migliaia di persone, è Giuseppe Orefici, direttore del Centro italiano studi e ricerche archeologiche precolombiane (Cisrap), da trent'anni attivo nella ricerca archeologia sul territorio peruviano. «Sicuramente il fatto che la Panamericana transiti sui geoglifi, tagliando alcune figure e alcune linee, non è stato un bene per la conservazione delle gigantesche incisioni nel terreno per cui Nazca è nota in tutto il mondo», illustra lo studioso. «In più, recentemente sono cresciute a dismisura le espansioni urbane, volute dai politici locali che utilizzano per fini elettorali le “invasioni”. Non solo permesse dallo Stato peruviano, ma sono anche oggetto di compra-vendita, con il benestare del ministero della Cultura, e che hanno cambiato il volto del deserto dell’area di Nazca e della pampa dove si trovano le linee. Anche il solco per interrare i cavi di fibre ottiche della compagnia spagnola Telefónica», aggiunge Orefici, «e che corre parallelamente alla Panamericana ha notevolmente compromesso la parte dei geoglifi che si trovano vicini all’importante asse stradale. In più, anche l’industria estrattiva, soprattutto di oro e rame, ha determinato uno scempio terribile dal punto di vista ecologico, paesaggistico, idro-geologico e di conseguenza un grande danno alle testimonianze archeologiche».

LOTTIZZAZIONE - «Negli ultimi tre o quattro anni», prosegue inoltre il professore, «l'espansione agricola, in attesa che venga ampliata la rete idrica, si è appropriata dei terreni più lontani dall'acqua e la lottizzazione, ancora una volta con il benestare delle autorità, si è fatta presente, cancellando molti geoglifi che si trovano nella valle del rio Nazca e nel ventaglio fertile occupato dai suoi affluenti. Il fenomeno però», precisa lo studioso, «è molto più vasto, considerando che si estende anche nell'area di altre città, tra cui Ica, la capitale regionale. Ultimamente, la lottizzazione di una vasta area situata sopra una zona di altopiano nei pressi di Palpa ha definitivamente cancellato alcuni grandi geoglifi che erano un'attrazione notevole per i turisti che si recavano al sud. Anche nei pressi di Cahuachi, il più grande centro cerimoniale al mondo dalla superficie di 24 chilometri quadrati e che contiene decine di piramidi e templi, l'area circostante è stata occupata da lottizzazioni nuove, che hanno tracciato solchi anche sulle stesse linee geoglifiche, distruggendo questo antico retaggio culturale». 

POLITICA INEFFICACE - «Attualmente», spiega Orefici, «il sindaco è una persona che vede nel turismo un importante sviluppo, ma per dieci anni il suo predecessore ha scaricato l'immondizia della città sui geoglifi e, pur essendo denunciato dal ministero, non è successo assolutamente niente. Nella stessa maniera, quello che ora si sta facendo per la salvaguardia dei geoglifi, è praticamente nulla. Infatti, il ministero dice di non avere i mezzi per farlo e il rappresentante locale non ha nemmeno una motocicletta per muoversi sui quasi 500 kmq dove si trovano i disegni. Per di più, non si interviene in nessun modo contro chi promuove e realizza le invasioni dei terreni interessati da monumenti archeologici. L'interesse economico», dice con amarezza il professore, «è l'unico elemento imperante. Per preservare i geoglifi sarebbe sufficiente avere un minimo di responsabilità civile e di amore per il proprio patrimonio storico e archeologico». 

RICERCA E SALVAGUARDIA - «Per fortuna», afferma Orefici, «questo senso della storia è tuttavia sentito sul territorio peruviano da numerose persone. Studiosi che vedono in questo scempio la distruzione di un'eredità culturale che fa parte di tutti noi. Ma per molte autorità questo è solo un modo di far politica, di citare slogan e di produrre frasi che contengono molte belle parole sul turismo, l'archeologia e sul patrimonio culturale dell'umanità. Il Cisrap, purtroppo, non opera direttamente sui geoglifi, ma a Cahuachi, dove da trent'anni realizza una ricerca archeologica continua e dal 2002 ha iniziato un programma di valorizzazione, conservazione e consolidamento del più grande centro cerimoniale al mondo in mattone crudo. I risultati», conclude l'archeologo, «conosciuti in ambito internazionale, hanno permesso, almeno, di salvaguardare questo importantissimo monumento oggi visitato da migliaia di persone ogni anno».


Carlotta Clerici
www.corriere.it 

sexta-feira, 27 de janeiro de 2012

ATENÇÃO: Aviso Meteorológico Especial-Chuva intensa no RJ, no sul de MG e Zona da Mata

>>>ATENÇÃO: Aviso Meteorológico Especial-Chuva intensa no RJ, no sul de MG e Zona da Mata<<<
 
Nas próximas 24 hs ocorrerão acumulados significativos de chuva em grande parte do RJ (incluindo a Capital e a região Serrana), sul de MG e na Zona da Mata Mineira.
 
Em algumas localidades poderão ocorrer acumulados diários de chuva superiores aos 70 mm.
 
Lucimary Vargas
Observatório Astronômico Monoceros
Estação Meteorológica 083/MG-5ºDISME-INMET-Além Paraíba-MG-Brasil.

terça-feira, 17 de janeiro de 2012

Crânio de animal pré-histórico 'russo' é encontrado no Brasil

Do G1 no RS - O crânio de um ancestral dos mamíferos só encontrado antes em terras russas e africanas foi descoberto em São Gabriel, no Rio Grande do Sul, anunciaram cientistas brasileiros nesta segunda-feira (16). O fóssil é o primeiro descoberto na região de um carnívoro terrestre que teria vivido na América do Sul durante a Era Paleozoica – entre 540 milhões e 250 milhões de anos atrás.

Os chamados "terápsidos" viveram há 260 milhões de anos e se alimentavam de pequenos herbívoros.
O crânio completo encontrado tem aproximadamente 32 centímetros de comprimento e foi visto pela primeira vez em dezembro de 2008 na região dos pampas, dentro de uma fazenda. Depois de três anos de análises, os cientistas conseguiram identificar a espécie do animal e a anunciaram nesta segunda.

Para os pesquisadores responsáveis pela descoberta, as comparações com os “parentes” russos e africanos permitem estimar que o carnívoro brasileiro tinha 3 metros de extensão, pesando mais do que um leão.

 O crânio encontrado na região dos pampas, no RS.
(Foto: Cortesia Juan Carlos Cisneros / Divulgação)

 
O nome científico do bicho (Pampaphoneus biccai) significa “matador dos pampas”, explica um dos autores da descoberta, o pesquisador Juan Carlos Cisneros, da Universidade Federal do Piauí (UFPI).

O animal pertence a um grupo particular de terápsidos conhecidos como "dinocefálios". Este grupo de animais já extintos também recebeu um apelido ameaçador na tradução do latim: “cabeça terrível”.

A bravura está ligada aos ossos grossos dos dinocefálios, reforçados por rugas e cristais no crânio. “Essa característica era voltada para proteção. Algumas espécies usavam a cabeça para brigar, como fazem as cabras hoje em dia”, diz o pesquisador.

Mesmo bravos, a maior parte dos dinocefálios era herbívora. As poucas espécies carnívoras mediam até 6 metros e eram os maiores predadores terrestres na época em que P. biccai viveu.

“Carnívoros são raros. Até hoje, se você vê um documentário na África, vai ver um monte de zebra, mas poucos leões”, diz Cisneros. “Eles são limitados pelo volume de alimento disponível, há sempre menos carnívoros do que herbívoros.

Caça a fósseis
O achado foi divulgado na revista da Academia de Ciências Americana, a PNAS, nesta segunda. Cisneros já esperava encontrar fósseis no Rio Grande do Sul que fossem parecidos com os de outras partes do globo.

“A gente tinha uma suspeita de que esse animal pudesse existir no Brasil”, afirma.

Entre 2008 e 2009, a equipe de Cisneros visitou 50 localidades no país, procurando por sítios paleontológicos relevantes. Eles escolheram dez lugares, sendo que um deles rendeu a descoberta de outro animal pré-histórico, mas herbívoro: o Tiarajudens eccentricus, um terápsido com dentes no céu da boca (palato), cujo fóssil também foi achado em São Gabriel. 
 
“Procurávamos sempre por lugares sem vegetação e, dependendo das cores observadas e da erosão no local, nós avaliamos as chances de encontrar fósseis ou não”, explica o especialista. “Essa área dos pampas gaúchos apresenta grande potencial, há rochas sedimentares ali, que cobrem os restos mortais dos seres vivos com areia e lama.”

 Ilustração mostra como seria o 'Pampaphoneus biccai'. 
(Crédito: Voltaire Neto / Divulgação)

 
Passeio pela Pangeia





Cisneros defende que o estudo é uma prova da grande mobilidade dos vertebrados terrestres por todos os cantos do supercontinente Pangeia, que unia, no passado, todos os continentes atuais.

O fóssil é muito parecido com as espécies encontradas atualmente na Rússia, no Cazaquistão, na China e na África do Sul. Com a versão brasileira deste tipo de animal, especialistas acreditavam que uma distribuição mais cosmopolita dos terápsidos pode ter ocorrido muito antes do que se imaginava.

Até então, os cientistas afirmavam que este tipo de interação teria ocorrido somente mais tarde, durante o período Triássico – entre cerca de 250 milhões e 200 milhões de anos atrás.

'Pais' dos mamíferos
Apesar de serem muito parecidos com répteis, os terápsidos se encontram mais próximos dos mamíferos na arvore genealógica dos animais pré-históricos. Isso os distancia também das comparações com os dinossauros.

Os mamíferos atuais possuem ossos dentro do ouvido que participam da audição, além de dentes mais complexos, cauda menor e uma postura mais ereta. No caso de P. biccai, a semelhança com répteis aparece somente quando se leva em conta a forma como os dentes se encaixavam: os de cima entre os debaixo, como ocorre em uma boca de jacaré.

Paleontólogos apresentam fóssil do 'Matador dos Pampas' no RS



Fóssil encontrado no RS foi apresentado nesta terça
(Foto: Cadinho Andrade/Divulgação UFRGS)
 
Do G1 no RS - O fóssil do crânio do Pampaphoneus Biccai, uma nova espécie encontrada em São Gabriel, na região sudoeste do Rio Grande do Sul, foi oficialmente apresentado na manhã desta terça-feira (17) por uma equipe internacional de paleontólogos no Museu de Paleontologia da Universidade Federal do Rio Grande do Sul (UFRGS). A peça foi descoberta em 2008, durante escavações feitas na região. Desde então, passou por trabalhos de limpeza e restauração.

O nome Pampaphoneus significa “Matador dos Pampas” em grego. Já a espécie, Biccai, é uma referência a José Bicca, o proprietário da fazenda onde o fóssil foi encontrado.

O animal era um dinocefálio, um tipo de terápsido (réptil mamaliforme), parente distante dos mamíferos. Segundo os pesquisadores, o predador viveu no Período Permiano (mais de 260 milhões de anos atrás) da Era Paleozoica, media cerca de três metros e pesava aproximadamente 300 quilos.

Os paleontólogos ressaltaram a importância da descoberta, destacando o fato de ser o primeiro carnívoro do período a ser achado na América do Sul, além de apresentar uma semelhança com dinocefálios carnívoros encontrados na Rússia e na África do Sul. 

A descoberta será publicada esta semana na Revista americana Proceedings of The National Academy of Sciences, uma das mais conceituadas do mundo científico.

segunda-feira, 16 de janeiro de 2012

Túmulo de cantora do deus Amon-Rá é achado na cidade egípcia de Luxor

Da EFE -Uma equipe de arqueólogos suíços descobriu o túmulo de uma cantora do deus Amon-Rá, da 22ª dinastia (712-945 a.C.), no vale dos Reis na cidade de Luxor, a 600 quilômetros do Cairo.    O Supremo Conselho de Antiguidades do Egito anunciou neste domingo (15) que os arqueólogos encontraram o sarcófago durante os trabalhos de limpeza de um corredor que leva ao túmulo de um faraó Tutmósis III (1490-1436 a.C.).
Nesse corredor, os especialistas encontram um poço que dá acesso a uma sala de sepultamento, onde a equipe suíça achou o sarcófago da cantora, conforme comunicado divulgado pelo conselho.   O túmulo, de madeira e pintado de preto, tem escrituras em hieróglifo, que incluem o nome da artista 'Ni Hems Bastet'.


Túmulo em foto divulgada pelo Supremo Conselho de Antiguidades do Egito neste domingo (15) (Foto: AP)
 
Os arqueólogos acharam ainda perto do túmulo do faraó um muro onde o nome da cantora também aparece inscrito.

A importância dessa descoberta, de acordo com as autoridades egípcias, é provar que no vale dos Reis, na margem ocidental do Nilo, que há sepulturas de outras personalidades da época da 22ª dinastia, além dos faraós.

sexta-feira, 13 de janeiro de 2012

Maya conoscevano tabacco

Roma - Gli antichi Maya conoscevano il tabacco e lo apprezzavano. Lo testimonia la presenza di nicotina all'interno di un contenitore del 700 a.C., rilevata con la spettrometria di massa che riconosce tracce di sostanze non identificate. La ricerca, condotta dall'universita' di Albany a New York, e' pubblicata su Mass Spectrometry. Le tracce di nicotina sono state rinvenute all'interno di un fiasco di terracotta sul quale sono incisi geroglifici interpretati come 'questa è la casa del suo tabacco'.

www.ansa.it

terça-feira, 10 de janeiro de 2012

Arqueólogos acham selo com mais de 1.500 anos usado para marcar pão em Israel

Jerusalém, 10 jan (EFE).- Um grupo de arqueólogos israelenses encontrou em Acre, no norte do país, um selo com forma de candelabro utilizado para marcar o pão há mais de 1.500 anos, informou nesta terça-feira a Direção de Antiguidades de Israel em comunicado.
O selo, de pequeno tamanho e feito de cerâmica, deixava sobre a superfície do pão a figura de um candelabro de sete braços como o utilizado no segundo Templo de Jerusalém. Esta era uma forma de marcar o pão destinado às comunidades judaicas da época que viviam sob o Império Bizantino.

Arqueólogos acham selo para pães kosher com 1,5 mil anos em Israel

Selo traz sete candelabros que formam o símbolo menorá.(Foto:Autoridade de Antiguidades de Israel)

Do G1 em SP - Arqueólogos israelenses encontraram um selo para identificar pães kosher usado para judeus há 1,5 mil anos. O artefato foi descoberto no sítio de Horbat Uza, a leste da cidade de Acre, As informações são do site do jornal israelense "Haaretz".

Especialistas acreditam que o objeto pertencia a algum tipo de panificadora que vendia produtos à comunidade judaica no local, à época ligado ao Império Bizantino.

As escavações são realizadas pela Autoridade de Antiguidades de Israel, órgão governamental responsável pela conservação da riqueza arqueológica e histórica do país. As atividades acontecem antes da construção de uma rodovia que irá ligar Acre até a cidade de Carmiel.

O selo é feito de cerâmica e possui a imagem de Menorá, o candelabro de sete velas que simboliza o judaísmo. Essa marca indica que os pães marcados pela peça eram destinados aos judeus que moravam ali. Segundo os escavadores, esta é a primeira vez que um selo deste tipo é achado em uma área de escavações formais. Isso torna possível determinar a origem e a idade do objeto.

Para Danny Syon, um dos chefes da equipe de arqueólogos, o artefato é prova da presença dos judeus no sítio em Uza mesmo durante o período cristão bizantino. O sítio arqueológico, localizado em uma área rural, já revelou outros objetos antigos judeus como jarros com menorás pintados e uma luminária Shabbat e um caixão de barro.

No selo, ainda é encontrada uma inscrição com o nome "Launtius" escrita em letras gregas. Este nome era comum entre judeus no período bizantino.
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