terça-feira, 16 de setembro de 2014

'La piramide di Saqqara non crollerà' . Il Cairo promette




E' la più antica in Egitto, risale a 4.600 anni fa. Polemiche sul restauro


"La piramide di Saqqara non crollerà mai": lo ha gridato oggi ai giornalisti il ministro delle Antichità egiziane, Mamdouh Eldamaty, dopo la ridda di polemiche sul restauro della piramide, la più antica d'Egitto. Il ministro, da settimane in giro per siti archeologici per verificare lo stato delle opere in tutto il Paese, ha accolto una folla di giornalisti proprio davanti alla gigantesca opera, che risale ad almeno 4.600 anni fa. Da tempo lungo i gradoni che la caratterizzano sono state montate impalcature di legno che salgono lungo tortuose curve fino alla cima, a 62 metri di altezza. Ma l'imperizia avrebbe causato dei crolli, così come una pozza scavata all'esterno per arrivare alle fondamenta della piramide.
"E' tutto falso", ha incalzato il ministro prima di infilarsi nello stretto e buio cunicolo che porta alla camera centrale. Il caldo, asfissiante fuori, è diventato rovente all'interno. Ovunque piloni per sorreggere il soffitto, altre impalcature, questa volta d'acciaio. "Vedete i lavori sono in corso, erano fermi da tre anni a causa dell'instabilità nel Paese", ha sottolineato. Nel corso del 2011, quando al Cairo, che dista 30 km, si inneggiava alla rivoluzione contro Mubarak qui e negli altri siti della zona sono entrati in azione i tombaroli, razziando quanto possibile.
Ma la piramide soffre di vari problemi strutturali: al di sotto della camera centrale vengono utilizzate travi d'acciaio, così come 'airbag', per sostenere le mura, e fermare un processo di sprofondamento di alcune parti. La piramide di Saqqara, che in realtà si chiama Djoser, il faraone a cui venne dedicata, campeggia all'interno di un maestoso sito considerato tra i più ricchi, per quanto riguarda la storia dell'Antico regno d'Egitto.
Un sito ancora capace di sorprendere: lo scorso gennaio si è arrivati a una clamorosa scoperta, le mummie di 8 milioni di animali, in gran parte cani e gatti, ma anche mucche. Si tratta probabilmente di qualcosa legato al culto di Anubis, ma gli studiosi sono ancora in alto mare. Il ministro Eldamaty è in prima linea nel rilancio dei siti archeologici egiziani, che fino al 2010 garantivano una bella fetta del business miliardario legato al turismo. Altre immense opere sono in corso, a cominciare dal nuovo Grande Museo che dovrebbe aprire i battenti il prossimo anno. L'Unesco guarda con molta attenzione ai passi del governo, e in una recente visita ufficiale ha lodato gli sforzi del Cairo. Ma mancano i fondi: per la ristrutturazione del museo islamico, tanto per fare un esempio, quello semidistrutto lo scorso gennaio nel primo attentato kamikaze nella storia del Cairo, l'unico e più importante finanziatore straniero è l'Italia.

www.ansa.it

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