terça-feira, 15 de setembro de 2015

Le sette grandi scoperte archeologiche che verranno



Le sette grandi scoperte archeologiche che verranno
 
Quando la National Geographic Society concesse il suo primo fondo di ricerca in archeologia a Hiram Bingham, nel 1912, l'archeologo partì per Machu Picchu dotato di uno degli strumenti tecnologicamente più avanzati dell'epoca: una macchina fotografica Kodak panoramic. 

Oggi gli archeologi possono contare su una strumentazione all'avanguardia, impensabile cento anni prima: da apparecchiature di telerilevamento che permettono di "vedere" oltre la larghezza di banda del visibile, a computer in grado di elaborare in un secondo quello che alla mente umana richiederebbe anni di lavoro.  
"C'è un perché se National Geographic ha parlato del XXI secolo come della nuova era delle esplorazioni", afferma Fredrik Hiebert. "La possibilità di fare scoperte e dare risposte a grandi enigmi del passato nei prossimi anni sembra quasi illimitata".  

Incuriositi da tanto entusiasmo, abbiamo chiesto a Hiebert di elencare quali sono le scoperte principali che potremmo aspettarci da qui alla fine del secolo. Ecco le sue previsioni.

1. Scoprire città, e persino civilltà sconosciute, in Centro e Sud-America
Fotografia di Dave Yoder, National Geographic

“Gli archeologi stanno utilizzando la tecnica Lidar (acronimo di Laser Imaging Detection and Ranging) nella densa coltre verde della giungla di paesi come l'Honduras e il Belize per "vedere" e localizzare insediamenti di cui non si conosceva l'esistenza” afferma Hiebert. Archeologi dotati di uno scanner lidar, che utilizza la luce laser per sondare il terreno sotto la coltre della giungla, hanno scoperto lo scorso anno le rovine di una città perduta nel profondo della foresta pluviale dell'Honduras (nella foto). La tecnologia Lidar, sostiene Fredrik Hiebert, "ha inaugurato una nuova era nel campo delle esplorazioni".


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