di Valeria Abate
In casa e nel negozio aveva in tutto una trentina di reperti tra anfore e piatti, conservati con grande cura e messe in bella mostra per gli ospiti. Il collezionista di opere trafugate è un sarto della "Roma bene", talmente sicuro che la sua passione non sarebbe stata scoperta, da non resistere alla tentazione di esporre alcune delle opere archeologiche tra le camicie, nella vetrina della sua bottega nel cuore dei Parioli. Ma è stato proprio questo eccesso di sicurezza a metterlo nei guai. A scoprirlo è stato un militare del reparto operativo dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, che si è insospettito notando i reperti esposti in vetrina alla vista di tutti. Dalle perquisizioni che sono seguite, è emerso che le opere provengono tutte da scavi clandestini in aree archeologiche della Campania e della Puglia.Il ritrovamento nella capitale è stata una delle quattro distinte operazioni che ha visto impegnati i carabinieri impegnati nella difesa del patrimonio culturale.È ampio infatti il bottino di opere artistiche e reperti archeologici recuperati dai carabinieri. Oltre alla trentina di oggetti trovati in casa del sarto, è stato recuperato anche un sarcofago di epoca romana, un piatto del IV secolo a. C. e una scultura di marmo raffigurante un busto di Sileno del I secolo d. C.Il sequestro rappresenta una piccola vittoria che permette di accorciare anche se di poco la lista del repertorio delle opere d´arte trafugate in Italia, che consta di oltre 2 milioni e 700mila reperti che mancano all´appello.Si aggira intorno ai 200mila euro il valore del solo sarcofago ritrovato un mese fa dopo che era stato piazzato sul mercato antiquario e quindi venduto ad un professionista.L´opera, della tipologia infantile in marmo del III-IV secolo d. C., era scomparsa nel maggio del 2004 da un magazzino del tribunale di Tivoli, dove era stata temporaneamente conservata per consentire i lavori di ristrutturazione dei locali.
E´ stato restituito spontaneamente alla soprintendente per i beni archeologici per le province di Napoli e Caserta dalla casa d´aste newyorkese Sotheby´s una scultura di marmo giallo, un´Erma del I secolo d. C. L´opera risultava rubata quarant´anni fa, e la stessa casa d´aste americana ha reso noto che il bene, riconosciuto come asportato dall´anfiteatro campano e antiquarium di Santa Maria Capua Vetere, era stato acquistato sul mercato statunitense da un collezionista privato, deceduto.C´è voluto invece l´indagine dei militari per recuperare un piatto apulo a figure rosse del IV secolo a. C., sottratto al museo Bardini di Firenze. Era finito nel catalogo di un´asta di reperti archeologici sul sito internet della casa d´aste "Antonina" di Roma. Un giro, quello delle vendite di beni culturali sul web, che si sta allargando vistosamente e che è sempre più al centro delle indagini dei carabinieri.